Vivere ispirate

La lingua del coraggio

Scrivo questo articolo per dare il benvenuto alla primavera, con il Mac sulle gambe, in aeroporto.

Ho immaginato per mesi questa partenza perché avrebbe significato che il peggio era passato e che stavo finalmente sbocciando nuova.

Cosa mi è successo lo scorso autunno? Un tumore tra capo e collo: ho raccontato quei giorni in questo articolo e nel video che vedi sotto.

L’introduzione era nata per caso, in un giorno qualsiasi di maggio 2018 (quando hai il compagno videomaker e non sai cosa fare, giri video) ed è rimasta in sospeso tutti questi mesi…come se aspettasse la sua naturale continuazione.

 

 

 

Parlavo di prendere la vita con leggerezza (come ci insegna il buon Calvino) con la consapevolezza, e forse la presunzione, di chi a 32 anni pensava di aver già vissuto molto.

Vengo da una famiglia che mi ha dato tutto quello che poteva, ma che è stata una dura palestra alla vita.

So cosa si prova quando tutto intorno a te sembra perennemente crollare. So anche cosa si prova quando sei tu che, col demolitore in mano, decidi di far crollare tutto. Per poi ricostruire.

Pensavo di sapere cosa significhi la sofferenza del corpo. E cosa si provi a sentirsi diversi. Ho una sorella e un nipote disabili, chi meglio di me.

Ma la verità è che non puoi sapere cosa si prova, finché non li vivi direttamente sulla tua pelle: il dolore e il disagio di sentirti “diversa”. Poi, come sempre, potrai decidere se soccombere sotto a questo peso o se trasformarlo in qualcosa di bello. Di utile verso te stesso e, chissà, magari che dia forza anche ad altri.

Nella firma della mail ho da sempre questa citazione di Prévert: “Bisognerebbe tentare di essere felici, se non altro per dare l’esempio.”

Io ho ancora (e, se possibile, molto più di prima!) tutta l’intenzione di farlo, esprimendolo sia attraverso me stessa che attraverso lo strumento che mi è stato messo a disposizione e che sento un po’ come una missione: Destinazione UmanaPer parlare sempre di più la lingua del coraggio, quella che non si esprime necessariamente a parole, ma attraverso la coerenza tra ciò che sentiamo dentro e ciò che viviamo fuori.

Buona primavera a tutti!

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Pubblicato da
Silvia Salmeri

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