Tutti noi abbiamo un lato creativo, che non significa solo avere idee geniali, quanto dare spazio alla capacità di prendere decisioni in modo intuitivo, contattando quella parte meno razionale, ma più antica di noi. Stimolare la creatività – attraverso qualche attività artistica ad esempio – ci fa essere più connesse con noi stesse, con quello che chiamiamo “sesto senso”, che sa spesso guidarci nel modo corretto a fare le scelte giuste.
Giuste perchè in linea con ciò che siamo, con la nostra natura più autentica.
Ci vuole allenamento, perchè siamo figlie di una cultura che gratifica perennemente l’azione, la produttività e l’impegno, facendoci dimenticare che la creatività è una qualità squisitamente ricettiva, che solitamente ci arriva quando siamo pronte e lasciamo libera la nostra mente di fluire, non compressa da pensieri e doveri.
Ci sono tanti modi per risvegliare la creatività, ma un viaggio è uno dei più potenti: racchiude in sè una serie di elementi che accelerano il processo di liberazione del proprio potenziale. Se poi condisci questa esperienza con delle attività ad hoc capaci di farti riconnettere col tuo animo creativo, ancora meglio!
Maria Grazia e Audrey sono due donne che hanno dedicato la loro vita allo sviluppo e all’espressione della creatività. Performer teatrale ed insegnante del Metodo Linklater – liberare la voce naturale e conduttrice di laboratori di teatro e di crescita personale l’altra, hanno da qualche tempo unito le loro professionalità per risvegliare il “creativo femminino” nelle donne, ovvero il potenziale artistico interiore che ognuna ha, ma che troppo spesso è sommerso da ruoli e condizionamenti.
Insieme a loro avevamo organizzato un viaggio ispirazionale nella loro Calabria dedicato alle donne che vogliono liberare la loro energia istintiva e ritrovare l’essenza vitale dell’animo femminile, la “donna selvaggia” che è in ognuna di noi.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con loro e ci hanno spiegato perchè è così importante dare ascolto a quella parte silenziosa, ma potente.
Il viaggio, mira a risvegliare la “donna selvaggia” che è in ognuna di noi: perchè è così importante riuscire a manifestare questo aspetto della nostra natura femminile?
La definizione di “Donna selvaggia” è intesa dall’autrice Clarissa Pinkola Estés nel libro Donne che Corrono coi Lupi, come un archetipo che rappresenta la forza che sta dentro ognuna di noi, la “psiche naturale, l’innato, la natura essenziale delle donne, la loro natura indigena, intrinseca”. Ricontattare, attraverso un processo di consapevolezza e creatività, l’archetipo de “La que sabe” è una possibilità per riconnettersi al proprio sè profondo, scardinando il proprio essere dai condizionamenti sociali e culturali.
Riscoprire la gioia della vita per quello che è.
Cosa dite a chi ha paura di mettersi in gioco e lasciarsi andare?
Fantastico! La paura è una grande intelligenza del corpo. E’ un buon punto di partenza. 😉
E se decidessi di mettere la tua paura nello zaino e partire?
Come possiamo, nel quotidiano, ritrovare la stessa ispirazione per non dimenticarci di questo aspetto di noi? Quali abitudini, pratiche, “rituali”, possiamo introdurre per tenerla viva e lasciarci guidare?
La Donna selvaggia c’è in ognuna di noi. Una volta contattata, difficilmente ci lascerà perchè sarà come ritornare a casa. Attraverso gli strumenti trasmessi, le esperienze dirette e la disponibilità personale a ricevere, ogni donna potrà creare il proprio “Kit di pronto soccorso” per la vita quotidiana.
Perchè partire?
Per darsi la possibilità di un ritorno a se e per avere una connessione profonda, attraverso l’intelligenza del corpo, con la natura e la sua forza ancestrale.
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