Via delle Dee: una tappa musicale con Fragole e Tempesta

Nove anni fa Giulia e Giorgio (in arte Fragole e Tempesta) hanno lasciato Bologna e si sono trasferiti a Campaduno, un un piccolo borgo nei boschi dell’Appennino. Abbinano la vita di montagna alla professione di musicisti e sorprendono le donne in cammino sulla Via delle Dee con una tappa a ritmo di musica.

Com’è arrivata la musica nelle vostre vite? 

Giulia: ho ereditato la passione da mio padre, suono la chitarra fin da quando ero piccola. E poi da autodidatta ho imparato tanti strumenti diversi.
Giorgio: a casa mia nessuno suonava ma mi sono appassionato alla musica popolare quando andavo con mio papà – che ha origini greche – alle feste popolari del suo paese. Alle medie avevo studiato flauto traverso, poi sono passato alla chitarra elettrica per suonare in un gruppo di musica metal dove ho conosciuto Giulia che suonava il basso.

Si può davvero passare dal metal alla musica popolare antica? 

Giorgio: Certo, e frequentando l’ambiente abbiamo scoperto che non siamo gli unici. Hanno sonorità e provenienze diverse, ma sono entrambi generi di nicchia dove si studiano melodie originali e poco diffuse. 

Cosa facevate nella vita prima di trasferirvi? 

Giulia: Lavoravo in un centro commerciale a Bologna. Per me era un luogo alienante: musica sempre accesa, ambiente chiuso, climatizzato. Non capivo se era giorno o notte, se faceva caldo o freddo. È stata un’esperienza difficile perché poco adatta a me, ma mi è stata utile per conoscermi e capire quello che non volevo. 

Giorgio: Finita la scuola ho lavorato nel piccolo bar di periferia dei miei genitori per più di 10 anni, ma non era un lavoro che avevo scelto. Quando sono andati in pensione non ho pensato nemmeno per un attimo di prenderlo in gestione io. 

Vi ha fatto incontrare la musica metal. E poi? 

Giorgio: Quando siamo andati a vivere insieme abbiamo iniziato a esplorare insieme la passione per le musiche antiche e abbiamo scoperto che in realtà non è vero che sono dimenticate. Ci sono gruppi di appassionati che le studiano e le suonano. 

Giulia: Quando ho conosciuto Giorgio siamo stati prima amici e poi compagni di musica, Con il tempo abbiamo scoperto che oltre alla musica avevamo in comune anche un certo tipo di approccio alla vita. All’inizio abbiamo abitato insieme a Bologna in un piccolo bilocale ma nel 2013 abbiamo trovato la nostra dimensione. 

Come è arrivata l’occasione di cambiare vita? 

Giorgio: Insieme avevamo capito che Bologna non faceva per noi: rumore, traffico, tanta gente, pochi parcheggi. Così abbiamo deciso di cercare casa in appennino. Al primo annuncio di casa in vendita che troviamo organizziamo la visita senza crederci molto, più come l’occasione di fare una gita. Arrivati alla borgata ci siamo innamorati del posto ancor prima della casa. C’era un panorama bellissimo, alberi da frutto e piantine di fragole, ci sembrava il paradiso. Dopo due mesi abbiamo traslocato. 

Cambiare casa ha portato anche il cambio di lavoro? 

Giorgio: Nello stesso periodo abbiamo deciso che la musica poteva essere più di un hobby e l’abbiamo trasformata in un lavoro. I primi anni abbiamo fatto molto basking, cioè lavorare a cappello per strada. In quel periodo abbiamo davvero imparato tante cose sul rapporto con il pubblico. Poi siamo entrati nell’ambiente dei balli popolari e abbiamo iniziato a fare concerti, prima nei dintorni e poi ci siamo allargati. È stato graduale e spontaneo, ha funzionato in breve molto bene. 

Come siete arrivati ad unire la musica alla Via degli Dei? 

Giorgio: Casa nostra non è proprio sul cammino ma vediamo tanti pellegrini passare in zona. Abbiamo l’impressione che spesso l’obiettivo dell’arrivo a Firenze non permetta loro di conoscere la cultura dei luoghi che stanno attraversando. Conosciamo Eugenia (una delle guide che accompagna le Dee) e quando il nostro lavoro era fermo a causa del covid, le abbiamo proposto di fare una tappa insieme per un po’ di musica itinerante e qualche racconto sul territorio. Alle partecipanti è piaciuto e così, con Destinazione Umana, l’abbiamo fatto diventare un appuntamento fisso. 

Che strumenti portate con voi? 

Giulia:  Giorgio suona la piva, che è una cornamusa del nord Italia e io suono l’organetto che è l’antenato della fisarmonica. Iniziamo con questi perché sono gli strumenti più curiosi, ma portiamo con noi anche il violino e la chitarra, per far ascoltare anche l’evoluzione moderna di questa tradizione. 

Avete percorso anche voi la Via degli Dei? 

Giulia: io ho fatto il cammino nel 2010, quando non avevo nessuna idea di come si sarebbe trasformata la mia vita. Riguardando le foto di quel viaggio ho scoperto che nell’unica foto in cui ci sono anch’io, alle mie spalle si vede il borgo e la casa dove poi sono andata ad abitare. Quando si dice il destino.

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