Perchè dovresti liberare la creatività femminile che è in te

Siamo mogli, madri, amiche, compagne, ma prima di tutto, siamo donne: creature femminili dentro cui si mescolano istinti, creatività e un sapere ancestrale. Se il materialismo della vita contemporanea ci allontana dalla nostra natura selvaggia, arriva un momento nella vita in cui si sente forte il bisogno di “tornare a casa”, a quello spazio familiare dentro di noi che contiene tutte le risposte: è la tua parte autentica, capace di guidarti con sicurezza nella vita.

Liberare la tua creatività femminile equivale a liberare una forza potentissima, che nemmeno sai di avere, per riscoprirti nuova, la donna che hai sempre desiderato essere.

La creatività femminile non riguarda soltanto potenziale artistico, ma è anche la capacità di migliorare le situazioni del quotidiano, agire in direzione del cambiamento per portare armonia e bellezza. In altre parole, è la tua attitudine a rendere il mondo un posto migliore.

Come sviluppare la tua creatività femminile: parti per la Calabria

Ogni donna dovrebbe cercare la creatività come un nutrimento vitale ed esprimerla con coraggio, perché è la voce della sua anima femminile e selvaggia. La sua liberazione passa necessariamente attraverso il corpo, sede dell’intuito e delle emozioni autentiche. Puoi farlo da sola oppure puoi farti accompagnare da due donne che da anni si occupano del femminino creativo: Maria Grazia e Audrey. Sono le guide speciali di un viaggio ispirazionale tra i dolci territori della Sila, in Calabria; due performer che cercano di far emergere l’essenza delle persone attraverso percorsi di teatro di ricerca.

Abbiamo fatto due chiacchiere con loro e ci siamo fatte raccontare la loro storia, com’è nato il loro incontro e come ti aiuteranno a fiorire.

Audrey e Maria Grazia ti accompagneranno nel viaggio ispirazionale alla ricerca della tua creatività

La Calabria è quindi la terra che vi ha fatte incontrare: quanto questo territorio secondo voi favorisce lo sviluppo di tematiche legate al femminile? 

Audrey: Per rispondere sento il bisogno di raccontare la mia esperienza personale, il mio viaggio dal Nord (regione parigina) al Sud e come questo Sud di nome Calabria per me, ha facilitato, e facilita tutt’ora, la relazione profonda con la mia femminilità. Quando ero bambina, l’unico spazio dove sentivo di potere esprimere liberamente la mia femminilità, erano i luoghi che abitava mia nonna materna. Lei era catalana, profumava di sole, di terra, di sapori ed energie che risuonavano profondamente nel mio essere e che non vivevo nella mia quotidianità.

Quando sono arrivata in Calabria, ho ritrovato questa memoria nel mio corpo, questo senso di libertà, di benessere e riconoscimento profondo di una parte di me stessa che non identificavo allora come “mia femminilità”, ma che sentivo come negata, non espressa, soffocata.

E lì, sotto il sole, dove il tempo mi appariva come dilatato, ciclico e non più lineare, la Natura generosa e selvaggia sembrava accogliere con amore questa parte ferita, respiravo di nuovo la possibilità di connettermi con una parte sacra di me stessa, come se percepissi questa terra come un utero dove sarei potuto rinascere, sì…sentivo profondamente che questo territorio mi avrebbe sostenuta nel viaggio della mia crescita personale e anche verso la riconciliazione con la mia essenza femminile.

Seguendo il mio cuore, il mio sentire, ho messo radici nel ventre della Calabria, dove ho incontrato donne meravigliose che mi hanno aiutato con il loro essere donna, spesso connesse intimamente con la natura, a vedere, riconoscere ed esprimere la donna che custodivo, e ho ancora tanto da scoprire!

Maria Grazia: La Calabria è una terra che per certi aspetti è rimasta selvaggia – bella e maledetta – e presenta varietà naturalistiche notevoli; ecco queste caratteristiche mi fanno pensare che l’ ambiente naturale che offre questa terra, possa essere favorevole per riconnettere la persona al proprio femminile, alla propria natura selvaggia. La donna ha bisogno di spazio per esprimersi, al di là dei condizionamenti sociali. Il percorso che abbiamo immaginato infatti apre delle possibilità di interazione sensoriale ed emotiva in stretta relazione con la natura, la luna e il ciclo mestruale, gli elementi.

In questo viaggio ispirazionale per donne si vuole far emergere la creatività che si cela dentro ognuna noi: quanto è importante lasciare spazio a questo aspetto nella nostra quotidianità?

Audrey: così come l’ho visto nei corpi delle donne con cui abbiamo lavorato nei laboratori di ricerca teatrale con Grazia, anche nel mio corpo la creatività risuona come la voce dell’essenza, l’espressione visibile dell’entroterra dell’essere, una medicina delle ferite dell’anima, uno strumento potente di trasformazione.

Risvegliare la creatività è per me, dare la possibilità di portare alla luce la propria unicità, una possibilità di scegliersi, di trasformare le ferite in terreno fertile e creare nuovi semi per dare l’opportunità ad una nuova realtà di emergere e crescere. E mi appare come vitale di lasciare fluire, quanto possibile, questa creatività in ogni momento!  Quando mi permetto di lasciarla emergere, mi offro uno spazio di ascolto dove posso esprimere ciò che sono esattamente così come sono, condividere la mia verità profonda che si armonizza con l’esistenza stessa, e che mi porta semplicemente ad un equilibrio psicofisico spirituale e alla gioia di vivere!

Maria Grazia: La creatività e l’immaginazione sono corpo e fanno parte della nostra natura umana al pari della ratio. Siamo abituate, nella vita quotidiana e per la maggior parte del tempo, a vivere il nostro corpo in modo meccanico, metodico, utilitaristico. Spesso ci si dimentica di altre infinite possibilità che esso ci dona, che risiedono in quegli spazi creativi dove l’immaginazione e il sogno possono proliferare, sostenendo il contenuto delle nostre azioni. Lavoriamo sulla creatività per raggiungere l’integrazione tra le parti e aprire possibilità e varietà di pensiero.

Guardandovi indietro, ricordate momenti di “sconnessione” dal vostro femminile, da quella parte autentica e selvaggia che invece avete integrato nelle donne che siete oggi? 

Audrey: Veramente non sento di averla integrata del tutto, in quanto sento che questa parte evolve avanzando passo dopo passo sul cammino verso l’integrazione della mia unità, fusione tra la mia parte femminile e la mia parte maschile, tra la parte materiale e immateriale del mio essere, rispecchiandomi nell’esistenza che attraverso.

Più ascolto la mia verità profonda, più ogni parte di me stessa ha lo spazio naturale per realizzarsi in modo autentico e integro.

Sento momenti di sconnessione dal mio femminile quando ricado nei condizionamenti di un sistema patriarcale, quando mi sconnetto dall’ascolto del mio corpo lasciandomi guidare dalla mia testa e dal senso del “dovere”, quando abbandono la mia verità e indosso le maschere di protezione, quando interpreto la mia sensibilità come una debolezza, quando sento il mio cuore chiudersi, quando mi privo della relazione con la Natura.

Oggi sento che mi abita l’amore per me stessa, e con tanta fiducia e indulgenza, avanzo con l’intento di darmi la possibilità di scegliermi, provando di accogliere tutto ciò che mi attraversa, senza impormi un’idea di risultato, diciamo che mi godo il viaggio consapevolmente, senza voler sapere dove arriverò, adoro le sorprese!

Maria Grazia: Si, diversi momenti bui rispetto al mio femminile; mi è stata impartita una educazione abbastanza tradizionale, dove la donna è istruita (da altre donne) a svolgere alcune tipiche mansioni e ad essere servizievole. Ma la mia natura selvaggia ha sempre avuto la meglio – per fortuna – e nel tempo ho trovato la mia strada.

La riconquista dello spazio espressivo femminile è tutt’ora un processo che mi guida soprattutto a riconoscere le altre donne, portando la relazione sul piano della collaborazione e sostegno reciproco, allontanandomi da logiche di competizione e giudizio, tipiche del patriarcato. Anche per questo il nostro laboratorio è una co-conduzione al femminile; per me una grande conquista.

Come ci si “allena” ad entrare in confidenza con questa parte – spesso – inesplorata? La natura ci può essere d’aiuto?

viaggio in calabria per liberare la creatività

La natura aiuta a liberare la creatività (nella foto, i Giganti della Sila)

Audrey: Attraverso la mia esperienza, risponderei assolutamente si!

La Natura è la mia più grande maestra per esplorare la mia essenza femminile, la mia personal trainer (risata). Lei custodisce tutti gli insegnamenti per risvegliare e sviluppare le potenzialità del femminile sacro. La qualità che mi avvicina di più ad entrare in relazione con questa parte, è l’ascolto profondo, creare dentro di me uno spazio di pura ricettività.

Maria Grazia: Si, viaggiare è un “allenamento” del corpo e della voce verso il rilascio di tensioni, che permettere al corpo di aprire possibilità espressive, sensoriali, relazionali. Come in questo viaggio, la natura fa da maestra e si scopre la facilità della creazione, che è dentro e fuori noi, è ovunque.

A chi crede di non avere un lato creativo, cosa dite?

Audrey: Gli farei delle domande: “Cos’è per te “avere un lato creativo?” “Che cos’è per te essere creativa, creativo?” “Che cos’è per te la creatività? Quali parole, immagini, associ a questa parola?”

La inviterei a creare il proprio contenitore della parola “Creatività” lasciando la risposta affiorare da sé. Penso che spesso capiti di racchiudere le parole in concetti limitati, spesso trasmessi, finendo per credere che esista una sola forma di interpretazione e quindi, di realtà.

Maria Grazia: La creatività E’! Impossibile non averla, occorre solo riconoscerla, abbracciarla, praticarla. La nostra vita è un’opera d’arte e la possibilità di attivare creatività è in ogni nostra azione.

Sperimentati in questo viaggio al femminile e libera la donna selvaggia che è in te!

Non posso stare ferma, devo scoprire, conoscere, assaporare, osservare. Partendo dal mio territorio, il Polesine e il Delta del Po, che amo per i suoi paesaggi sconfinati, i ritmi lenti, le tradizioni autentiche. Che sia dietro l'angolo o a chilometri da casa, non importa. Il bello è sempre lì, dove lo vuoi trovare. Basta camminare in punta di piedi.

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