Una settimana nel bosco per liberare il tuo potere creativo e riconnetterti con la tua anima selvaggia

In questa intervista, Marta ci racconta il suo percorso di vita, ma anche quello che ti aspetta se partirai per questo viaggio con Destinazione Umana

Vivere secondo il ritmo della Natura per riappropriarti di tutta la tua energia creativa. Insieme a Marta Mezzino, che si racconta in questa intervista, abbiamo ideato un viaggio di gruppo profondamente spirituale che ti ricondurrà alla tua anima più selvaggia. Sarà a inizio agosto, in una casa nel bosco situata nel sud della Francia. Ecco la meravigliosa (e altamente ispirazionale) storia di Marta.

​Raccontaci chi sei e il percorso che ti ha portato dove sei ora.

Mi chiamo Marta, sono cresciuta tra Italia e Spagna e ho studiato Storia Contemporanea all’Università di Bologna. In quegli anni pensavo che avrei fatto la ricercatrice. Una volta laureata, nonostante le sollecitazioni esteriori che mi invitavano a proseguire la strada della ricerca, una voce dentro di me mi ha detto di mollare tutto ed andare via. Qualcos’altro mi stava chiamando, nonostante non riuscissi ancora a scorgerne la forma e il senso, né a spiegarlo a chiunque mi chiedesse perché stessi abbandonando quello che sembrava essere il percorso più ragionevole. D’altronde, che altro sapevo fare a parte studiare? Lasciai l’Italia, continuando a studiare per conto mio al di fuori del contesto universitario, facendo diversi tipi di lavoro, cercando di seguire un invisibile filo rosso che non avevo parole per descrivere.

A un certo punto, stanca di farmi sfruttare in ogni luogo di lavoro e completamente in rotta con il sistema economico, sociale e culturale in cui viviamo, me ne andai a vivere in mezzo al bosco. Senza elettricità. Benché avessi conosciuto un uomo di cui ero innamorata, volevo vivere da sola e decisi assieme a lui di auto-costruire una casetta di paglia e terra per me. Mi sentivo molto persa ed avevo bisogno di un posto dove stare. Poter essere. Da tempo mi interessavo al magico mondo delle piante e fu davvero una sorpresa osservare come, vivendo in così stretto contatto con loro, queste cominciavano a dischiudermi i loro segreti. Ogni giorno scoprivo nuove piante selvatiche commestibili e medicinali e i loro preziosi usi. Vivevo con poco, anzi, pochissimo. Più mi mettevo in ascolto del ritmo ciclico della Natura, più la voce della mia natura profonda, anch’essa ciclica, mi parlava. Sognavo di poter portare altre donne in mezzo a quel bosco e di poter insieme accedere a un sapere profondo che non s’impara sui libri. Vivere insieme per ricordare. Ma ero da sola. Molto sola. Seguendo quella voce profonda, sono poi partita in viaggio per diversi anni tra l’America Latina e l’Asia, entrando in contatto con diverse tradizioni e culture, animata da una curiosità e un fascino per il sapere ancestrale e manuale che abita ancora alcuni luoghi del nostro pianeta. Imparavo, studiavo, ricercavo. Tutto ciò parlava profondamente alla mia anima e il mio corpo mi parlava a sua volta, senza mai risparmiarmi (il mio fegato smise addirittura di funzionare in maniera adeguata per circa un anno!). Tutto quello che mi attraversava mi portava ogni giorno a conoscermi in maniera nuova e inaspettata.

Tornata in Europa, con il cuore, il corpo e la testa ricolmi di insegnamenti ed esperienze che ancora oggi sto in parte digerendo, ho vissuto un grande shock di riadattamento. Come fare a tradurre tutto ciò che avevo vissuto in un linguaggio e una pratica condivisi?

Con il mio compagno decidemmo di non isolarci più nel bosco, ma di provare a trovare il modo di condividere ciò che abita le nostre profondità e che ci anima.

E dopo qualche anno difficile di riadattamento, attraversati da mille pensieri, dubbi e ricerche siamo riusciti a trovare il modo di aprire al mondo il nostro posto nel bosco. Animati dalla voglia di poter condividere una riflessione e una pratica della Natura che ci permettano di sentirci ed essere parte integrante del Suo Respiro. Con grande attenzione e delicatezza, cercando di non tradire il suo spirito selvatico, selvaggio e sacro.

E quest’apertura è cominciata proprio con la ricerca che porto avanti con le donne attorno al Femminile. Proprio come sognavo quando, da sola, cercavo di ascoltare il suono e il senso di quella voce che mi aveva portato fin lì.

Cosa ami di più del bosco in cui vivi?

Il modo in cui ogni giorno mi svela i segreti della Natura, il suo ritmo, la sua forza creativa e la sua fantasia. Il suo accogliente e profondo silenzio. La maniera in cui mi mostra come il mio corpo risuona con quello della Terra.

A quali donne consiglieresti questa esperienza?

A ogni donna che abbia voglia di conoscersi meglio ed entrare in contatto ed esplorare la sua natura profonda, la sua capacità di creare e di accogliere il mistero che è in lei e in ogni altra donna.

Convincile: dì loro 3 esperienze indimenticabili che faranno durante il viaggio.

  1. Vivere seguendo il ritmo del sole e della luna (non abbiamo elettricità!).
  2. Suonare il tamburo e cantare assieme ad altre donne attorno al fuoco: non c’è bisogno di saper suonare o cantare, lasceremo sgorgare da dentro l’unicità del canto e del ritmo che abitano in ognuna di noi.
  3. Esplorare le meravigliose energie e gli incredibili doni contenuti nel nostro grembo e il loro legame con la nostra forza creativa.

Spesso delle donne si dice che non siano in grado di essere solidali l’una con l’altra, che non sappiano “fare squadra”. Che atmosfera pensi che si creerà in questa settimana nel bosco?

Ritrovarsi tra donne nel seno della Natura é per me un invito a ri-scoprirsi e a riscoprire che la sorellanza, la complicità, la cooperazione e la condivisione sono aspetti naturali del legame tra donne che abbiamo semplicemente dimenticato.

La cultura e la società patriarcale in cui viviamo da qualche millennio, ormai, hanno inflitto una ferita profondissima alla relazione di ogni donna con sé stessa e tra le donne. Il costante confronto dell’una con l’altra, la rivalità, la gelosia e la difficoltà ad accogliersi nella propria unicità e differenza rispetto ad un modello di « femminilità » stereotipato e imposto dall’esterno credo siano aspetti che attraversano in maniera più o meno marcata tutte le donne. Quante volte ci attraversa un senso di non legittimità in cio’ che facciamo, diciamo, siamo, sogniamo.. Quante volte non ci sentiamo « all’altezza di… ». Quante volte ci neghiamo un senso di autorità interiore che ci spossessa dei nostri corpi, emozioni, pensieri. Rendersi conto insieme di tutto ciò, farsi da specchio e poter osservare come le nostre ferite, insicurezze, gioie e sogni risuonano nel corpo, nei pensieri, nell’emozioni e nell’esperienze di altre donne, anche molto diverse da noi, è per me una guarigione fondamentale che ci permette di reinventare un modo diverso di rapportarsi, di stare insieme, di creare e di vivere.

Una frase o una citazione che vorresti dedicare a ogni donna

«You were once wild here. Don’t let them tame you» Isadora Duncan

Responsabile comunicazione

«Bisogna avere in sé il caos per partorire una stella danzante» sintetizza perfettamente la personalità di Federica: disordinata, alla perenne ricerca di un equilibrio (è pur sempre una bilancia, anche se atipica!), dotata di un’energia dirompente che trova nella creatività una valvola di sfogo perfetta. La sua sfida quotidiana è portare innovazione negli ambienti tradizionalmente più statici e lo fa coi suoi modi diretti e il suo cuore grande, e con questo stesso cuore si occupa della comunicazione di Destinazione Umana.