Picitti Stories: da borgo abbandonato a progetto animato

C’era una volta un paese che era dotato di tutti i comfort più lussuosi.

C’erano chiavi appese alle porte, perché gli abitanti non avevano una casa, ma tante. Il paese stesso era LA casa.

C’era cibo per tutti, eppure non c’era abbondanza. Il che sembrava un gioco di prestigio o, se vogliamo, un piccolo miracolo chiamato “solidarietà”.

Nessuno, infatti, era solo, nella comunità di Picitti.

Tutto, nel piccolo paese, procedeva con un suo equilibrio, finché un giorno qualcuno, qualcuno che stava molto in alto, così in alto che non si riusciva nemmeno a vedere, decise che tutte quelle persone dovevano spostarsi altrove. Un trasloco di massa, insomma. Dovevano andarsene in città, dove avrebbero trovato la civiltà. Che fa pure rima.

Da allora, gli abitanti di Picitti non hanno più voluto tornare a Picitti, né parlare di Picitti, né ricordare Picitti. Come si fa con un vecchio amore, che è meglio riporre in un cassetto della memoria, perché il solo pronunciare il suo nome ci fa lacrimare gli occhi, e, se non stiamo attenti, anche il cuore.

E vissero tutti felici e…davvero contenti?

Immagino che questa domanda se la siano posti i ragazzi dell’associazione ConimieiOcchi, quando hanno dato vita al progetto di residenza artistica “Picitti Stories“. Il nostro videomaker, Nicola Barbuto, è stato invitato a prenderne parte, poi l’ho raggiunto anche io e ho potuto assistere alla performance finale che si è tenuta lo scorso 31 marzo.

É stato davvero emozionante vedere questi artisti lavorare insieme agli studenti delle scuole superiori, ai ragazzi immigrati ospiti nel centro d’accoglienza – La casa di Abou – e agli anziani del posto. Tutti con un unico obiettivo: analizzare il passato per poi capire (quando il progetto continuerà anche nel 2019 e 2020) cosa poter fare nel presente, con uno sguardo verso il futuro.

Io, per deformazione professionale, non posso che immaginare di progettare un tour ispirazionale alla scoperta dei borghi abbandonati d’Italia e del “Degrado Poetico“, come lo hanno definito loro. Chissà che non ci accorgeremmo che, proprio oggi che, teoricamente, abbiamo tutto, nella pratica ci basterebbe tornare all’essenziale. Questo sì, che sarebbe un vero lusso.

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Silvia è uno spirito creativo e inquieto, alla continua ricerca di tutto ciò che è colorato, scintillante e vivo. La troverete sempre circondata da idee, dolci, vestiti, pennarelli, esseri umani. Da buon capricorno è concreta e legata alla terra, ma lo spirito…beh, quello aspira sempre molto in alto, alla ricerca delle energie positive che muovono il mondo. È l’apripista di Destinazione Umana e ogni volta che annuncia di aver avuto una nuova idea, un brivido di meravigliosa curiosità corre lungo la schiena di tutto il team, perché una cosa è certa: se Silvia dice che una cosa verrà fatta, quella cosa VERRÁ FATTA.