Ecco perché non vorrei sentire (così tanto) parlare di PIL.

+1,2%: questa la percentuale di aumento di PIL atteso per l’anno 2017. Ne hanno sentito parlare tutti, anche i meno informati. Ci fa piacere. Ma non davvero.

Il Dio PIL, che viene meticolosamente monitorato, che sembra il motore dell’economia, il fine ultimo degli sforzi politici è in fondo soltanto, un numero sopravvalutato.

Prodotto Interno Lordo, ovvero il valore di mercato di tutte le merci finite e di tutti i servizi prodotti e scambiati in Italia e dall’ Italia, al netto delle importazioni. Sembra importante no? Sembra quasi che ad un PIL elevato possa corrispondere un paese dall’economia florida, un paese agiato, che può permettersi i lussi, un paese felice.

E poi c’è il Bhutan. Il Bhutan, un piccolo stato montuoso dell’Asia, già da anni adotta come indicatore per calcolare il benessere della popolazione il FIL- La felicità interna lorda. Il FIL è nato negli anni 70, ed è stato introdotto per la prima volta dal Re Jigme Singye Wangchuck IV, sovrano del paese

Come il PIL si calcola con il valore di mercato di merci e servizi, il FIL si calcola con una totalità di 55 indicatori. Fra questi la qualità dell’aria, la salute dei cittadini, l’istruzione, la ricchezza dei rapporti sociali, e anche il PIL.  I 55 indicatori sono raggruppabili in nove aree d’interesse: benessere psicologico, salute, uso del tempo, istruzione, multiculturalità, buon governo, vitalità sociale, tutela della biodiversità e qualità della vita.

Il concetto su cui il FIL si basa è quindi evidente: non può essere il valore di mercato delle merci prodotte e scambiate a determinare il benessere dei cittadini di uno stato. Lo studio della progressione del FIL rivela una realtà preoccupante: i paesi caratterizzati da un’economia capitalistica sembrano arrivati a un punto di saturazione: da qualche decennio il benessere delle persone nei Paesi capitalisti non cresce più.

E l’Italia? Il FIL è in aumento?  Secondo il World Happiness Report 2017 l’Italia si colloca al 48° posto nella classifica Globale, gli Stati uniti sono 14° e Cina al settantanovesimo posto.

    

Consultando però le classifiche di PIL mondiale i risultati differiscono notevolmente, con il nono posto dell’Italia, il primo degli USA ed il secondo della China.

Insomma nel compromesso fra produzione e felicità l’Italia sembra scegliere la produzione, e tu? Tu cosa scegli?